Il signore del cane nero

Un capannone industriale. Un magazzino. Migliaia di scatole impilate. Scarpe antinfortunistiche pronte per la spedizione. Un luogo di lavoro e di sudore. Per una sera questo posto indossa il vestito della festa. Una sera, autunno inoltrato del 2010, questo capannone diventa qualcos’altro. Un palco. Un teatro. Un momento di relax.

È il 27 novembre. Base Protection apre il magazzino a riflettori e “sipario”. Si va in scena. Le luci al neon si spengono e lasciano che l’ambiente si scaldi ai fari puntati sul palco. Laura Curino con la regia di Gabriele Vacis. “Il signore del cane nero”. Un monologo. Parole. Immagini. Il magazzino si dissolve. Il teatro invade gli spazi. L’attrice assume l’identità e le sembianze di Celestina. Percorre la storia di Enrico Mattei, imprenditore dell’estrazione del petrolio, fondatore dell’ENI. Quando i fari tornano a tacere e ad illuminare tornano i neon bianchi è un risveglio. Un ritornare svegli dopo il sogno. Un togliersi la maschera dopo la recita. La maschera dell’attrice. La maschera indossata per una sera da questo magazzino che per qualche ora è stato elevato a teatro. Domani si torna a lavorare.

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